23 agosto 2001

Sotto il sole cocente in una Bologna del nuovo millennio

 

Con Daniele abbiamo lavorato duramente ma finalmente siamo riusciti a realizzare il nostro sogno. Con poco budget a disposizione, molti lavori li abbiamo fatti da soli. Ma senza amici non si va lontano, la decorazione dei muri e del pavimento li abbiamo affidati alla bravissima Arianne Hallier, i mobili vintage con Amer, la grafica con Pirro.

Ho sempre amato cucinare. Ho imparato molto dalla mia nonna paterna Zaira, a nove anni facevo un minestrone memorabile, così mi dicono le cugine. Il mio primo ricettario è stata l'agenda con gli appunti di mia madre Lalla. Per tanti anni ho tenuto corsi di cucina per i ragazzi stranieri del “Centro di Cultura Italiana”, mi sono divertita molto e insieme abbiamo condiviso momenti memorabili seduti intorno ad una tavola apparecchiata. Gli amici e gli allievi della scuola, entusiasti dei corsi, mi hanno spesso incitato ad aprire un ristorante. 


 

Non vengo da una famiglia di ristoratori, la mia idea di cucina l’ho raffinata sul campo ed è nata quando il mio babbo da piccoli ci portava a mangiare da “Rodrigo” e al "Pappagallo" a Bologna.

Mi sono abituata a stare ovunque e sto bene dappertutto, mi piace mangiare disinvolta, in un ambiente rilassato, informale, dove si può chiacchierare come a casa.

Il primo ricettario? L'agenda della mamma Lalla!
Il mio gioco preferito? Mettere le mani in pasta, seguire le preparazioni, amalgamare gli ingredienti. Alla televisione preferivo guardare il cibo cuocersi nel forno.

Pirro Cuniberti, il mio papà artista.

Da bambina osservavo mio padre nella penombra dello studio dove dipingeva.

Ho assorbito molto da lui e dalle sue opere. Con gli anni mi sono resa conto che ho ereditato anche il suo modo di essere, compreso lo stile nel camminare. Pirro è per me la figura paterna per eccellenza, è il mio cammino, i suoi colori, il senso dell’armonia e lo slancio coraggioso. Con il suo esempio, mi ha insegnato ad essere disinibita e spontanea. Mio padre ha progettato il logo del ristorante e ha realizzato ad hoc le opere esposte nel locale.

La mia forza? Semplicità e serenità!

1
Mio marito, senza di lui non sarei riuscita in questa impresa, la Sala gira attorno a lui, Daniele è il mio primo grande fan.

2
Mantenere l’armonia in cucina, coinvolgere i ragazzi nelle scelte e fargli capire che ognuno di loro è importante.

3
Avere l'occasione di conoscere i miei ospiti, sentirli soddisfatti e vederli tornare al ristorante.

4
Viaggiare per alimentare la curiosità, continuare a cercare e provare piacere a cucinare.

 

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